AL GARGHET, nella terra di mezzo



Siamo alle porte di Milano ma vi sembrerà già di essere in un contesto rurale.
Straordinaria location di vera bellezza sia per la cura degli interni e i suoi mille suppellettili e sia per l'accoglienza estiva nel suggestivo e confortevole dehor, per poter mangiare sui tavoli di pietra.
Il menu è in dialetto milanese (con sottotitoli) scritto su un quaderno a quadretti di antica memoria (almeno per alcune generazioni), ricco di proposte della tradizione menghina ma anche capace di incursioni nella rivisitazione dei grandi classici italiani o per chi avesse voglia di soluzioni creative, vegetariane ecc.
Gentilezza e solerzia in sala, una carta vini attuale e pensata per tutti i gusti
hanno accompagnato una sosta che merita decisamente il bel fuori-porta.
Fra le specialità: risotto giallo classico o con l'osso buco, la cotoletta a orecchia d'elefante (800gr) inusuale...vale la deviazione, la melanzana alla parmigiana "leggera", fiori di zucca fritti ripieni di mozzarella su letto di polentina e da provare il coreografico "sferamisù"...evoluzione del grande classico dessert italiano.
La capacità di convogliare, da tempo, così tanto pubblico nella "terra di mezzo" deve necessariamente essere un mix di qualità che il Garghet riesce a trsmettere..molto bene.

SG

https://www.algarghet.it/